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MENTANA SOTTO I CRESCENZI


I Crescenzi nel X\XI secolo furono la famiglia più potente di Roma, basti pensare che la loro residenza era sul Quirinale e che tra i loro possedimenti annoveravano anche Castel S.Angelo. A Nomento nacque forse il più famoso tra i Crescenzi che, con la sua determinazione e la sua forza, regolò per qualche tempo i destini di Roma: Crescenzio il Nomentano. Tuttavia anche se Mentana è legata a questo illustre nome non si può certo dire che essa abbia avuto a che guadagnarci, in quanto la potenza di Crescenzio e i suoi atteggiamenti verso il Papato e l'impero portarono allo sfacelo il paese e allo spopolamento del suo territorio: è da notare, infatti, che la massima potenza di questa famiglia (ca. nel 975) coincise con la fine di Nomento come sede Vescovile Nomentana(984). Bisogna poi pensare che, sotto il loro dominio, Mentana subì un durissimo colpo: essa, infatti, fu distrutta dai Normanni, nel 1059, che erano accorsi in difesa di Papa Niccolo' II (1059\1061) quando gli si erano scagliati contro i Crescenzi insieme ai conti di Tuscolo e quelli di Galeria. Le memorie di questa famiglia scompaiono nel XII secolo e da quel momento in poi i loro possedimenti di Nomento divennero patrimonio della Santa Sede con cui, Papa Innocenzo III arricchi' il monastero di San Paolo. 

CRESCENZIO IL NOMENTANO 


Il personaggio più affascinante e rappresentativo di questa epoca è Crescenzio il Nomentano della famiglia dei Crescenzi, Duca di Mentana e Console di Roma che, spinto da rigide idee Repubblicane, sogno' di riportare il mondo all'ordine naturale delle cose: liberare la penisola Italica dall'ingerenza degli imperatori tedeschi e abbattere il potere temporale dei Papi. Secondo il disegno politico di Crescenzio il Papa doveva essere solo il capo spirituale della comunità Cristiana e quindi distaccato dalle cose terrene, posizione antistorica, questa, per le concezioni di quel periodo dove il Papa era al potere di un suo territorio, difeso e appoggiato dagli imperatori Tedeschi. 

CRESCENZIO ATTUA IL SUO PIANO


Mosso dalle sue idee repubblicane, Crescenzio cerco' di attuare il suo disegno politico, aspettando però un evento propizio al caso: egli aveva bisogno di un Papa '' amico ''e sciolto dal giogo degli imperatori Tedeschi. Per crearsi questa situazione a lui favorevole, Crescenzio, partecipo' e contribui' alla sanguinosa deposizione del Papa "imperiale" Giovanni XIV (984) imponendo l'antipapa Bonifacio VII. Lasciato però l'orientamento Bizantino della sua politica, sacrifico' l'antipapa nel 985 e assunse probabilmente nello stesso anno il patriziato ottenendo dall'imperatrice Teofania e dal nuovo Papa Giovanni XV la citta' e il comitato di Terracina per il fratello. Quando impose al nuovo Papa, Giovanni XV, il rispetto del suo piano politico questo fuggi in Toscana e chiese l'aiuto dell'imperatore Ottone III, ottenendolo però a condizione della riconferma della sua incoronazione a imperatore. A questo punto, pero', sembro' quasi che tra il pontefice e Crescenzio si fosse ristabilita la concordia in quanto entrambi macchinarono per evitare questa ancora più forte ingerenza dell'imperatore nella politica della penisola Italica, ma accadde l'imprevedibile: mori' Giovanni XV, e Ottone III, arrivato a Roma, fece levare al soglio Pontificio suo nipote, venticinquenne, con il nome di Gregorio V. Di nuovo allontanatosi l'imperatore da Roma, sfidando il destino, Crescenzio creò Papa, col nome di Giovanni XVI, l'ambasciatore imperiale Giovanni Filagato, reduce da Costantinopoli, che fu' accettato dai Romani, i quali lo nominarono antipapa, e che affidò a Crescenzio e alla nobiltà, il potere temporale; probabilmente egli ottenne anche il riconoscimento dall'alta sovranità dell'imperatore Greco ma a nulla valse per evitare la sua fine terribile. 

LA FINE DI CRESCENZIO


La deposizione di Gregorio V spinse Ottone III a ritornare a Roma per ristabilire il ''suo'' ordine, e, se sul trono Greco vi fosse stato un imperatore più audace sicuramente sarebbe accorso in aiuto di Filagato, il nuovo papa; ma nessuno si attivò in sua difesa e sia Lui, sia Crescenzio furono cosi' abbandonati al destino riservatogli dall'eserecito di Ottone III. Gregorio V disprezzava l'usurpatore, e tutti i vescovi di Francia, Germania e Italia lo scomunicarono; solo il popolo Romano rimase a lui fedele ma più per i metodi repressivi adottati dagli usurpatori che per un vero e proprio credo: gli usurpatori dovettero a questo punto ammettere la loro inferiorità in un possibile scontro diretto. Alla fine del 997 Ottone III già attraversava le Alpi e, passando per Cremona e Ravenna, alla fine di Febbraio del 998 si presentò alle porte della città di Roma con l'intento di riportare Gregorio V al soglio Pontificio e di punire Crescenzio che '' poteva deporre e creare papi a suo piacimento''. Mentre Crescenzio si arroccò in Castel Sant'Angelo, Filagato fuggi, in preda al terrore di essere catturato, nella campagna Romana sperando di poter raggiungere i Greci in qualche modo; ma i cavalieri dell'imperatore lo snidarono e lo mutilarono in modo orribile: gli mozzarono la lingua, le orecchie, il naso e gli cavarono gli occhi, quindi lo riportarono a Roma e lo gettarono in cella in un convento. Tempo dopo, nel mese di Marzo, Gregorio convocò un concilio in Laterano dove Filagato in uno stato raccapricciante e gettatolo su un asino al contrario lo fece portare in giro per la città preceduto da un araldo che spiegava il motivo di una punizione cosi' crudele. Intanto chiuso nel castello, Crescenzio, sfidava Ottone pur essendo consapevole della sua sicura sconfitta e tradito da tutti non vide altra scelta che l'uso delle spade degli ultimi fedeli amici: Crescenzio resistette valorosamente ma a nulla valsero i suoi sforzi contro le torri di legno, le macchine da guerra dei tedeschi e il maggior numero di soldati: alla fine dovette capitolare anch'egli. 

LEGGENDE SULLA MORTE DI CRESCENZIO


La morte di Crescenzio è attualmente avvolta nella leggenda. Una prima versione della sua scomparsa narra che questo personaggio ormai stremato dalla lunga difesa si fosse introdotto, incappucciato per non farsi riconoscere, nella dimora di Ottone III ma che questo lo avrebbe ricondotto al castello per non far vedere ai Romani che egli lo avrebbe ucciso segretamente; e proprio per questo alla sua capitolazione lo avrebbe gettato da un torre del castello sotto gli occhi di tutti i Romani. Altri raccontano che Crescenzio avesse cercato di evadere segretamente dal castello ma scoperto dai cavalieri di Ottone, questi gli avrebbero riservato la stessa sorte di Filigato. C'e' poi chi racconta che la caduta di Castel Sant'Angelo fu dovuta a un infame tradimento di Ottone III che promise la libertà a Crescenzio ma che appena fuori del castello lo fece trucidare. Ma nulla di tutto cio' è scientificamente provato per le infinite contraddizioni che si possono ritrovare nelle fonti, peraltro scarse, di quell'epoca; e l'unica cosa sicura è che il 29 aprile del 998 la fortezza fu presa d'assalto e Crescenzio fu decapitato e il suo cadavere fu fatto precipitare dai merli del castello e infine appeso a una forca eretta ai piedi di Monte Mario. Alcune cronache Italiane riportano anche alcuni particolari di questa ferocia tedesca, come il fatto che al cadavere furono strappati gli occhi e le membra e avvolto in una pelle di vacca portato in giro per la città. 

LA MOGLIE DI CRESCENZIO


Anche la reazione che ebbe la bella moglie di Crescenzio alla morte del marito è circondata da un alone di leggenda; infatti alcune fonti riportano che questa donna fosse stata lasciata come premio per l'esercito di Ottone III, e forse non ci stupiremmo neanche pensando a quali atrocità ha potuto compiere questo personaggio insieme al suo Papa, ma altri raccontano che la donna si fosse tramutata in amante dello stesso Ottone III per poi cercare di avvelenarlo alla prima occasione. Purtroppo viene da pensare che le varie versioni sono state elaborate in funzione dei sentimenti dei Romani, diversi nei vari periodi, nei confronti dei Tedeschi e forse si è molto più vicino al vero immaginando la vedova nell'atto di supplicare Ottone per farsi restituire la salma del marito per dargli degna sepoltura, e sinceramente speriamo che effettivamente sia stato cosi' per eliminare un po' di brutale ferocia da questo sanguinoso periodo. 

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